"Intervento di sostegno a Mercer, 1988" di Eberhard Bosslet
Dal 29 marzo fino al 23 aprile, la galleria Mercer Union a Toronto ha accolto l'installazione di Eberhard Bosslet intitolata, "Intervento di sostegno a Mercer, 1988". L'opera misurava 3,3 m di altezza, 7,3 m di larghezza e 10,4 m di lunghezza. Consisteva in un assemblaggio di centosessantotto puntelli di metallo regolabili e centoquattordici pannelli d'acciaio, ricoperti di legno compensato, in cassaforma modulare Paschal di diverse misure. Questi due materiali vengono adoperati nell'industria edilizia e erano dati in prestito, già usati, da due imprese edili diverse della zona di Toronto che li danno usualmente in affitto a delle imprese edili. "Intervento di sostegno" è una serie di installazioni che ebbe inizio nella metà degli anni Ottanta. La serie si serviva di aste da sostegno e altri materiali prefabbricati - "il dialetto degli ultimi anni dell'era industriale" (il vernacolo tardo-industriale) è l'espressione che lo scrittore americano Dan Cameron ha coniato per descrivere i prodotti prefabbricati "pronti per l'uso" e i materiali utilizzati da alcuni scultori europei contemporanei come ad v es. da John M. Armleder, Guillaume Bijl, IFP, Bertrand Lavier, Ange Leccia, Wolfang Staehle e Bosslet. I puntelli regolabili vengono usati sia per sostenere degli edifici crollanti, sia per sorreggere piani e travi appena gettati. I pannelli di cassaforma sono degli attrezzi flessibili di moduli intrecciati e componibili che possono essere montati su un cantiere di costruzione, o altrove, in una varietà di forme al fine di creare delle cassaforme per elementi fusi in cemento armato. Bosslet ha montato "lntervento di sostegno a Mercer, 1988" con l'aiuto di una squadra di costruzioni edili e dei progetti preparati dopo due visite allo spazio di esposizione nel 1987. Ci sono volute circa cento ore per completare il lavoro. L'installazione è stata realizzata senza saldature, viti, chiodi, bulloni, o rivetti. In una recensione di "lntervento di sostegno a Mercer, 1988" il critico di Toronto John Bentley Mays ha fatto rilevare che Bosslet è un "homo faberil costruttore-creatore di significati che si oppone al produttore di bei ninnoli o "objets d art" A un certo livello, I'installazione di Bosslet alla Mercer Union era una struttura estremamente formale. Era una composizione terrestre di elementi di metallo ritrovati secondo la tradizione di Anthony Caro. Comunque, I'opera aveva un senso più complesso, stratificato. Le cassaforme erano sovrapposte, ammassate in forme minime, precise e geometriche evocando le opere di mattoni ammucchiati di Carl André (come la sua serie del 1966, "Equivalents") e qualche pila di materiale industriale di Joseph Beuys. Infatti, I'uso da parte di Bosslet di materiale "pronto per l'uso" in tutte le sue installazionicostruzione chiamate "Intervento di sostegno" fa riferimento a Beuys e ai minimalisti della metà degli anni Sessanta e deve loro tanto, anche se Bosslet ha adattato ed esteso la loro retorica. "Intervento di sostegno a Mercer, 1988" era un'installazione dipendente da un luogo specifico d'esposizione, nel senso che lo incorporava nell'opera stessa. Infatti, I'opera poteva soltanto esistere nello spazio della "Mercer Union". Lo spazio della galleria e le sue pareti, il suo soffitto e pavimento facevano parte integrante dell'opera. I pali di sostegno e le cassaforme avevano bisogno del pavimento, del soffitto e delle pareti come appoggio senza il quale l'opera sarebbe crollata. Benché l'opera desse l'impressione di avere una tensione di perfetto equilibrio, un senso di crollo imminente la circondava. I puntelli, disposti nello spazio d'esposizione di Mercer Union, comunicavano al visitatore quest'ambiguità, poiché nell'industria edile vengono utilizzati normalmente per sostenere muri, travi o piani appena installati, o in pericolo di crollo. Alterando le caratteristiche inerenti di soffitti, pavimenti, muri e il volume di uno spazio interno, Bosslet provocava una potenziale distruzione e, nello stesso tempo, una «decostruzione» dello spazio. Sorreggendo il soffitto, Bosslet rendeva il visitatore acutamente consapevole della presenza del soffitto e della possibilità inerente di crollo che rappresentava. II visitatore dunque era costretto a chiedersi se il soffitto stava davvero per crollare e se era stato sostenuto da quei puntelli per evitare appunto questo sprofondamento. Sotto la pressione e la spinta laterale esercitata dai puntelli orizzontali, anche le pareti erano in pericolo di crollo. E di nuovo il visitatore era costretto a chiedersi se anch'esse stavano per crollare e se per evitare tale disgrazia fossero puntellate. Sembrava che persino il pavimento stesse sul punto di cedere sotto la pressione verticale dei puntelli. Oltre alla qualità di "elmetto da cantiere" dell'installazione stessa, I'opera evocava il mitico Atlante che sorreggeva la terra sulle sue spalle o il cieco Sansone dai capelli lunghi, a braccia aperte, fra le due colonne di sostegno del tempio, che stava per buttar giù lo stabile. I puntelli, come se reggessero il peso dell'intero stabile, rievocano delle colonne o le figure delle cariatidi. II fulcro centrale dell'impianto con il suo centro rettangolare forato in mezzo, borda di un colonnato di aste di sostegno aveva la forma del tempio greco con il suo perimetro esterno di colonne il suo santuario interno. Sarebbe veramente un'esagerazione considerare "Intervento di sostegno a Mercer, 1988" come un giardino "tardo-industriale" con un sentiero per il quale il visitatore si accinge per un viaggio attraverso lo spazio, passando dei templi alti come la cima delle colline, e persino attraversando un ponte? Anche le file orizzontale di puntelli potrebbero essere interpretate come increspature su un'acqua simbolica Come nei giardini disegnati da Alexander Pope, William Kent o da "Capability" Brown, ogni vista di "Intervento di sostegno a Mercer, 1988" offre al visitatore tutta un'altra visione, e silhouette dell'opera.

Peter Day