Tema Celeste autunno 1993, de ENRICA TORELLI LANDINI

Eberhard Bosslet

Sala 1

I progetti di Bosslet sono realizzati al computer come progettazioni ingegneristiche, le sue installazioni sono il frutto di una rara perfezione tecnica. Una gigantesca saracinesca in alluminio cala da un sostegno tenuto da cuscini ad aria compressa; l'aria compressa è lì, di fronte all'opera, nel contenitore nitido, appena uscito dalla fabbrica. Già sistemato in altri spazi museali asefflci (Kunsthal di Rotterdam), questo oggetto tecnologico sembra adesso tutt'altra cosa nel commentare la tetra monumentalità architettonica di Sala 1, nel coprire (per evidenziare) le sue volte romaniche, volute da un papa potente. Questo significa che l'opera di Bosslet è un assoluto spaziale che comprime, allunga, cromatizza lo spazio, rendendogli tuttavia la propria identità. Identità che può essere l'espressione della contemporaneità e della razionalità, ma anche del calore quasi romantico della storia.
È vero, come scrive Domenico Scudero, nel catalogo che accompagna la mostra, che l'opera di questo artista tedesco è espressione della cultura e della coscienza europea, ma accanto al valore storicoetico, c'è da considerare l'elasticità formale di queste opere, rispettose e nello stesso tempo soffllmente critiche degli spazi dove esse vanno a collocarsi.
Bosslet usa ad esempio uno pneumatico sormontato da un cuscino ad aria compressa e quindi da un sistema meccanico tubolare: elementi industriali che vanno a comporre una struttura simile ad una colonna dorica e non importa se poi viene posta in verticale oppure sospesa trasversalmente tra due pareti: il segno della storia non scompare all'interno di questo sistema di "archeologia industriale".

Enrica Torelli Landini